UN PO’ DI STORIA DEI TAROCCHI
Per cominciare a parlare della storia dei Tarocchi bisogna partire da questi punti e protagonisti del complesso sviluppo dei Tarocchi:
TAROCCHI DI MARSIGLIA
E’ ancora diffusa la convinzione, assolutamente errata, che sia il Tarocco più antico. L’obiezione principale consiste nel fatto che sia, in realtà, l’evoluzione di un mazzo elaborato a Parigi attorno al 1660 sulla base di un Tarocco milanese di fine Quattrocento. Uno dei modelli più conosciuti fu inciso nel legno dal francese Claude Burdel nel 1751: egli aveva contrassegnato il Carro con le sue iniziali mentre la sua firma per esteso compare nel Due di denari, i numeri, come oggi, erano romani, e la Morte non aveva nome. Il mazzo fu poi rielaborato dal francese Grimaud e ristampato nel XIX secolo.
OSWALD WIRTH
accolse l’idea che il modello marsigliese conservasse i segreti delle antiche dottrine misteriosofiche, e in “Le Tarot des imagiers du Moyen Age” del 1927 sottolineò le corrispondenze tra i gradi simbolici della Massoneria (di cui era membro) gli insegnamenti iniziatici dei miti greci ed i principi delle più importanti dottrine esoteriche occidentali. Il suo bellissimo Tarocco, allegato al saggio, era sostanzialmente una rielaborazione del marsigliese, con l’aggiunta di elementi di astrologia, alchimia, cabala e geomanzia.
ARTHUR EDWARD WAITE
oltre che un esoterista era un membro illustre dell’Hermetic Order of the Golden Dawn e nel 1909 pubblicò il celebre “The Key to the Tarot” dove sosteneva : “le lame rimandano a una Dottrina segreta tramandata misteriosamente e testimoniata da filosofie come l’alchimia, la cabbalai misteri dei Rosacroce e anche i riti massonici, che ne costituiscono una sintesi vivente”. A corredare i suoi studi pubblicò un Tarocco che fece dipingere a una sua allieva.
ALEISTEIR CROWLEY
altro membro della Golden Dawn nel 1944 pubblicò “The Book of Toth Tarot” dove tra le 78 illustrazioni dipinte dalla sua discepola Frida Harris ne spiccano molte esplicitamente alchemiche, in particolar modo tra gli arcani maggiori. La grafica modernista e quasi surrealista ne decretò il successo immediato presso le giovani generazioni ma il testo che doveva spiegare il senso delle misteriose figure era di difficile comprensione interpretativa. Il “Libro di Toth” ci viene così esplicato come un mezzo per dominare la realtà, uno strumento per esplorare l’avvenire e un gioco che aiuta a scoprire le potenzialità inespresse di chiunque abbia la dedizione di consultarlo.
Del mazzo Camoin-Jodorowski scriverò più diffusamente in un articolo dedicato.
DALLE ORIGINI AI TAROCCHI EVOLUTIVI
Dal punto di vista popolare il pensiero prevalente è che i Tarocchi siano principalmente uno strumento di divinazione, cioè …..
Sono operativi decine di call center pronti a rispondere a domande immediate, migliaia di libri sono stati scritti sull’argomento…ma da qualche tempo a questa parte sempre più persone utilizzano il mazzo di carte come strumento di sviluppo del potenziale individuale.
Oggi si parla di Tarologia, e anche se gli iniziatori del passato sono comunque punti di riferimento (Oswald Wirth, Aleister Crowley, Arthur Edward Waite, Etteilla , Eliphas Lévi per citarne alcuni) le nuove idee sono più vicine alla psicoanalisi junghiana, e l’attività Tarologica è più simile a una forma di counseling, piuttosto che alla cartomanzia.
Di fatto, numerosi counselor professionisti e persino psicoterapeuti utilizzano i tarocchi per aiutare i loro pazienti nella gestione dei rapporti interpersonali o a compiere scelte in vari ambiti della loro vita.
PERCHE’ JUNG?
Lo psicanalista svizzero ha scritto dei Tarocchi, dell’I-Ching, dell’alchimia, l’antico “libro dei mutamenti”: ecco perché. In alcuni suoi saggi, Jung ha sviluppato tematiche che hanno molti punti di contatto con una trasformazione psichica che può essere simboleggiata proprio dai Tarocchi, a cominciare da “Gli archetipi dell’inconscio collettivo” dove sostiene che l’insieme di immagini del Tarocco “sono discese a distanza dagli archetipi della trasformazione”.
L’interesse dello studioso per i Tarocchi è testimoniato anche da un documento conservato nella biblioteca dello Jung Institute di New York che contiene alcuni appunti scritti da lui relativi allo studio delle pratiche divinatorie. Le applicazioni psicoterapiche dei Tarocchi hanno in comune molti aspetti col potere trasformativo dei simboli usato per secoli nell’alchimia spirituale: vediamo così la partecipazione di storici dell’esoterismo ai numerosi congressi tarologici che si svolgono ogni anno in varie città del mondo, e che sta determinando un crescente interesse sugli aspetti meno noti della storia delle Lame.
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